Cari ragazzi,
anche io sono rimasta sconvolta dai fatti
accaduti venerdì 13 novembre 2015 a Parigi. Non ci sono parole per esprimere
quello che provo in questo momento di fronte a un crimine contro l’umanità di
tale portata. Tanta rabbia, tristezza e forte senso di impotenza…queste le
emozioni che galleggiano dentro di me e credo in molti di voi.
Dopo aver provato rabbia contro
chi ha compiuto tali atti criminali contro persone come noi, contro ragazzi che
avevano tanti sogni e ancora tutta la vita davanti e un’ infinita tristezza nei
confronti di queste vittime innocenti e dei loro familiari, ho iniziato a
pensare istintivamente anche a città che amo tantissimo: Parigi, Roma,Venezia…
tutte sotto il mirino dei prossimi attacchi criminali e mi sono chiesta:
“Quando potrò tornarci di nuovo?Eh no”, mi sono detta, sto cedendo anch’ io al
ricatto di coloro che hanno proprio questo obiettivo: seminare il panico,
dominare la mente delle persone con la paura e indurle attraverso i loro piani
criminali a vivere nel terrore, rinunciando alla propria libertà, uno dei valori più grandi e irrinunciabili, su cui si fonda la nostra
civiltà. No! Non dobbiamo farci invadere dalla paura e rinunciare alla nostra
libertà di uscire, viaggiare, incontrare persone nei luoghi di socializzazione,
o avremo fatto il loro gioco, e l’organizzazione criminale avrà vinto
attraverso questa strategia del terrore. Non è semplice dominare la paura in
questo momento ma dobbiamo farlo anche se il sentimento di impotenza è molto
forte.
Un altro pensiero scaturisce da
quest’immagine che mi è piaciuta molto, perché racchiude un messaggio di
speranza: le tre ragazze di religione islamica con la frase del Corano
“chiunque uccida un uomo sarà come se avesse ucciso l’umanità intera”, è come
se gridassero al mondo intero: “Ci sono persone, che in nome di un Dio uccidono
ma hanno un modo distorto e profondamente sbagliato di interpretare la stessa
religione in cui crediamo noi!”Sono ragazze di fede islamica e di nazionalità
Francese, sono integrate nella società e vorrebbero che le persone non le
vedessero come il nuovo nemico,
cadendo nella semplificazione populista cavalcata ora da molti esponenti
politici che inneggiano: “immigrato islamico uguale terrorista…” Questa io
la chiamo: istigazione all’odio razziale (che è tra l’altro un reato
penale).Non è con l’odio razziale e xenofobo che si risolveranno questioni che
dovranno essere prese in mano dall’Unione Europea, con accordi internazionali
tra Stati a livello mondiale. Milioni di immigrati arabi di fede islamica, vivono da anni in Francia,
in Italia, nell’Unione Europea, in tutto il mondo in pace, nel rispetto della legge, lavorando,
pagando le tasse contribuendo a migliorare la società e di loro non parla mai
nessuno specialmente le televisioni. Ma esistono, e la loro integrazione è
riuscita grazie alle politiche per l' immigrazione mirate all’accoglienza, all’inclusione nella società e all’istruzione. La scuola è il primo luogo di integrazione e
noi abbiamo il dovere di promuovere l’integrazione e la fratellanza fra i popoli. Purtroppo non tutti i cittadini hanno
accesso ad un’istruzione completa ed efficace ed è proprio quello il punto
debole di cui si servono le organizzazioni terroristiche militari che reclutano
i soldati: le menti poco istruite e facilmente manipolabili saranno terreno
fertile per le organizzazioni terroristiche. E a questo proposito vorrei citare
una frase di speranza, di Nelson Mandela: “L’istruzione è l’arma più potente
per cambiare il mondo”. Io continuo a sperarlo sempre. E voi?
Prof. Anto