Oggi è una grande festa per Venezia: si festeggia il santo patrono, Marco, il cui corpo è conservato nella Basilica a lui intitolata. Gli uomini veneziani, per questa festa, fanno un omaggio alle loro donne: un bel bocciolo di rosa rossa, testimonianza del loro amore e della loro fedeltà...
Questa tradizione si lega alla storia della Serenissima Repubblica attraverso una splendida leggenda d'amore... Non voglio essere io a raccontarvela: mi piacerebbe che foste voi, in un commento, a narrare questa bella storia e a raccontarci se anche nella vostra famiglia c'è ancora la tradizione del regalo della rosa per San Marco.
Un caro saluto da prof Vince
6 commenti:
Non ho resistito!
La leggenda del Bocolo di San Marco
La leggenda del Boccolo di San Marco racconta dell'amore di due giovani, così forte da essere tramandato nella tradizione veneziana proprio con il fiore, il bòcolo che, nel giorno di San Marco protettore di Venezia, ogni uomo offre alla sua amata.
La tradizione trova radici in un fatto storico realmente avvenuto e dietro all'usanza di regalare una rosa rossa alla donna amata vi è la leggenda di una giovane donna di nome " Vulcana " vissuta ai tempi di Carlo Magno.
La nobildonna Maria Partecipazio apparteneva a una famiglia potente ed era lei stessa una giovane piena di ardore e di passione come attesta il soprannome " Vulcana " che gli veniva attribuito.
Maria si innamorò di Tancredi, un trovatore. Il loro era un amore contrastato, perchè la famiglia di Maria non giudicava il giovane Tancredi degno di lei. Ma " Vulcana ", per fare in modo che Tancredi acquisisse una nobiltà almeno formale e potesse proporsi come sposo, lo convinse ad arruolarsi nelle truppe dell'imperatore Carlo Magno e a partire per la guerra contro i mori di Spagna.
Tancredi partì e si distinse per il valore ed il coraggio, tanto che la fama delle sue imprese raggiunse Venezia, rassicurando Maria, che attendeva il ritorno del suo eroe per poterlo finalmente sposare. Ma Tancredi, ferito a morte durante la battaglia, morì sopra un roseto, tingendolo di rosso con il suo sangue.
Con le ultime forze raccolse un bocciolo e lo affidò ad Orlando chiedendogli di portarlo a Maria insieme alle sue ultime parole d'amore.
Orlando, obbedendo alla promessa, appena tornato in patria andò a Venezia e consegnò il fiore a Maria. Era il giorno di San marco. Maria sarebbe morta quella stessa notte, con il fiore stretto al petto.
Ancora oggi si racconta che il fantasma di Maria, nel giorno di San Marco, il 25 aprile, si aggiri ancora per Venezia, diafana presenza senza colore, se non per quel fiore rosso stretto al petto.
Dedico un fiore a tutte le ragazze, perchè possano ispirarsi a questa storia per scegliere un amore vero, puro, scevro da compromessi di ogni tipo, vissuto nella pienezza del suo significato e con la consapevolezza di essere persone libere, libere di scegliere, libere di essere. Ecco che ritorna il concetto di libertà, proprio in questo giorno storico.
Mi perdoni la prof. Vince!
Proprio vero, Grazia, auguriamo alle ragazze di far battere il loro cuore per un amore onesto, libero da gelosie e da inganni.
Salve prof. La leggenda del boccolo di San Marco la conosco, è molto romantica. Nella mia famiglia sia mio nonno che mio papà hanno l'usanza di regalare il boccolo di rose rosse. Quest'anno purtroppo è mancato a causa del virus.
Un saluto!
Colgo l’invito della Professoressa Vincenzi per raccontare la leggenda del bocciolo di rosa (bócolo in veneto) tipica veneziana, ma conosciuta in tutto il mondo. La leggenda narra della storia d’amore tra due giovani: Vulcana, figlia del Doge Partecipazio, e Tancredi, un giovane del popolo bello e valoroso. Il loro amore era però osteggiato dal doge, che non avrebbe mai permesso il loro matrimonio. Perciò Vulcana convinse Tancredi ad andare a combattere contro i Mori in Spagna, fra le fila del condottiero Carlo Magno e di coprirsi di gloria. Solo così il padre non si sarebbe più opposto al loro amore. Tancredi partì e la fama delle sue gesta si sparse ben presto per il mondo. La storia però non ebbe un lieto fine. Tancredi morì colpito dal nemico e cadde sanguinante sopra un roseto. Con le ultime forze Tancredi aveva colto un bocciolo di rosa consegnandolo all’amico Orlando, con la richiesta di portarlo a Venezia all’amata Vulcana, che non pianse, ma si chiuse in se stessa in un dolore fortissimo. Il giorno dopo, in occasione della festa di San Marco, venne trovata morta con il fiore insanguinato sul petto. Da allora è usanza, per il 25 Aprile, consegnare alla propria amata un bocciolo di rosa, ultimo dono di Tancredi alla sua Vulcana.
Per rispondere alla domanda sulla tradizione vissuta in famiglia, ho chiesto ai miei genitori, ma con mia grande delusione non conoscevano nemmeno la leggenda e quindi non avevano mai donato o ricevuto el bócolo.
Il 25 aprile ricorre anche un’altra festa molto importante che riguarda tutti noi: la Liberazione dai nazifascisti. Anche qui si parla di una storia d’amore, ma fra alcune persone e la loro patria. I partigiani e le partigiane, spesso trascurate e dimenticate, hanno combattuto per salvare i figli, i mariti e la gente comune sfidando ogni pericolo e andando oltre le ragioni ideologiche e politiche. Le partigiane e i partigiani hanno lottato contro la dittatura per darci in dono la democrazia. In quella guerra, in quelle battaglie morirono molte donne e molti uomini, ma il loro amore continua ancora oggi e noi ne siamo testimoni.
La tradizione del boccolo si basa su una storia che narra di un ragazzo che per frequentare la sua amata doveva andare in guerra e ritornare come un guerriero d' onore.Tutto ciò no si avverò perché lui cadde in guerre ma prima di morire riuscì a stacca un bocciolo di rosa e intingerlo nel suo sangue dandolo ad un suo compagno di guerra. Una volta che i guerrieri
sopravissuti in guerra tornarono dalle loro mogli, il compagno di guerra del ragazzo diede la rosa all'amata del suo amico morto. Questo avvenimento viene ricordato dai veneziani ogni anno e da quella volta il bocciolo di rosa, simbolo dell'amore che sta per aprirsi alla vita e al sole, viene offerto alle fidanzate nel giorno di San Marco, patrono della città di Venezia. Questa tradizione nella nostra famiglia è molto sentita, tanto ché io porto il nome del santo patrono di Venezia, Marco.
Grazie a tutti per la partecipazione... La prof Di Bari vi ha anticipato!!
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