mercoledì 23 dicembre 2020

 LA FIABA DI NATALE


A tutti i ragazzi noi docenti auguriamo un sereno Natale, magari per allietare le nostre giornate, potete scrivere qui le vostre fiabe di Natale. Date libero sfogo alla vostra fantasia. 


prof. Pav.

17 commenti:

Ilaria 1°F ha detto...

L'ALBERO DI NATALE ROSSO
C'era una volta un albero di Natale di nome Pietro; quell’albero era ricoperto da aghi color smeraldo, aveva tronco e rami dorati.
Ogni giorno, tutte le piante che gli stavano vicino gli dicevano quanto era bello, ma Pietro non le ascoltava: lui odiava il verde!
Sin da quando era piccolo non vedeva l'ora che arrivasse il Natale per farsi addobbare con le luci e le palline colorate, ma lui non sopportava le decorazioni color verde.
Un giorno, mentre pensava come cambiare il suo colore, un mago gli disse: “Tu sei l'albero più triste dell’universo, cosa posso fare per renderti felice?”
Pietro gli rispose che voleva solo una cosa: diventare rosso.
Il mago un po' perplesso lo accontentò, e, improvvisamente gli aghi di Pietro diventarono colore rosso rubino. Da quel giorno Pietro fu l'albero più felice dell'universo!
Quando arrivò il Natale, una famiglia numerosa e povera, decise di comprare Pietro perché costava meno rispetto agli altri alberi e inoltre a loro piaceva quel colore così originale.
La famiglia era molto felice per l’acquisto perché quello sarebbe stato il loro unico regalo di Natale. Una volta a casa, lo riempirono di palline e luci tutte blu.
Pietro era felicissimo: finalmente una famiglia lo aveva accontentato: era un albero tutto rosso con gli addobbi blu.
Da quel giorno le persone che passavano per il salotto dove era stato messo l’albero, restavano immobili a fissare quel pino completamente rosso, tutti facevano i complimenti alla famiglia e il pino, che li ascoltava, si riempiva il cuore d’orgoglio.

Anonimo ha detto...

Anna Bridda 1F

L'albero di Natale

Tanto tempo fa in un paesino di nome Greendale, abitavano un sacco di persone particolari, avete presente il Grinch, ecco, tutte le persone che abitavano a Greendale erano come lui, ma gialle.
Nel giorno del 25 dicembre, nacque un bambino diverso dagli altri, era verde, in testa aveva pochi capelli e gli unici che aveva erano sparati in aria come la chioma di un albero, si chiamava Albert. Tutta la sua classe gli stava lontano perché credevano che avesse qualche tipo di strana malattia.
Lui per questo era molto triste. Un giorno dei bulli spinsero il bimbo più triste della classe addosso ad Albert, nonostante avesse paura del bambino verde gli si avvicinò e a neanche a un metro da lui si sentiva già più allegro. Albert e tutta la classe capirono capirono che lui era magico, portava allegria! Così tutti gli diventarono amici, capirono che era molto simpatico. Ma lui diventò triste perché non sapeva più se i suoi “amici” gli volevano davvero bene o stavano con lui solo perché portava allegria. Così una notte una fatina spedita da Babbo Natale dal Polo Nord arrivò a Greendale. Questa fatina, si chiamava “Campanellino”, indossava una maglietta e una gonnellina gialla e qua e là, attaccate delle perline azzurre. I capelli erano raccolti da uno chignon legato da un elastico azzurro abbinato alla perle. Dal Polo Nord arrivò a Geendale volando, svegliò albert facendogli aria con le ali, gli buttò in testa una polvere magica, gli spiegò che essa gli toglieva la magia dell'allegria per un giorno, gliene regalò un po' e svolazzando se ne tornò al Polo.
Quando Albert tornò a scuola, capì che nonostante tutto i suoi amici erano veri, e gli volevano bene per quello che era! Quando gli andava, tirava fuori la polverina e se ne spolverava un po' addosso.
Da quel giorno non fu più triste e andò sempre d'accordo con tutti. In più il paese si ispirò ai suoi pochi capelli per creare l'albero che si addobba il 25 dicembre, il giorno di Natale!
Quindi gli regalarono il merito dell'ALBERO di NATALE!!!

Anonimo ha detto...

SCHIAVI GABRIEL 1F

SOGNO O REALTA'?

In un villaggio di alta montagna viveva un bambino di nome Tommaso. Lui aveva otto anni e viveva
felice con la sua famiglia.
La settimana prima di Natale aveva scritto sulla letterina a Babbo Natale che il suo desiderio più
grande era quello di incontrarlo veramente e vederlo. Tommaso allora la vigilia di Natale lo aspetta
sul divano del salotto. Il bambino siccome è stanco si addormenta e viene svegliato a mezzanotte da
Babbo Natale. Tommaso appena lo vede resta sorpreso dal suo aspetto: era un uomo giovane e
magro sui trent'anni, senza barba e con i baffetti. Portava una tuta blu turchese con scarpe verdi.
Il bambino incuriosito chiede a Babbo Natale come mai ha questo aspetto. Lui risponde che è il figlio
di Babbo Natale e che il papà sta male e non può portare i doni nelle case dei bambini.
Tommaso ad un tratto si sveglia nel suo letto la mattina di Natale credendo che fosse stato un
sogno.

Anonimo ha detto...

Alessia 1^F
C’era una volta un piccolo asinello, di nome Newt.
Egli era dolce, disposto ad aiutare gli altri, però, veniva sempre e solo usato per trasportare le merci.
Newt era maltrattato dagli altri asinelli: era considerato debole, solo perché gli facevano trasportare le merci più leggere, ma in realtà lo invidiavano perché era l’unico che non aveva mal di schiena.
Un giorno, il povero asino, venne venduto ad una coppia: Newt serviva per trasportare la donna, che era incinta.
Camminarono per giorni, erano diretti verso Betlemme, da quello che l’asinello aveva capito, dovevano fare una firma in un foglio, avevano detto per cosa, ma il povero asino non si ricordava molto bene.
Finalmente arrivarono a Betlemme, la coppia firmò il foglio e andarono a cercare alloggio, ma purtroppo, il sole stava già tramontando e tutti gli alberghi erano pieni. Ma non si arresero e continuarono a cercare e cercare. Niente da fare, non c’era alloggio. Un direttore di un albergo però, aveva una stalla e propose alla coppia se volevano andare là e loro accettarono. Si, non era un luogo accogliente, ma era meglio che stare fuori, sulle strade, al freddo.
C’era ancora un problema: la donna stava per partorire, l’asinello si mise vicino a ella per riscaldarla, ma non faceva molto effetto, così chiamò un bue, che si trovava dall’altra parte della stalla.
Riscaldarono la donna, e quando il bimbo nacque, riscaldarono anch’egli. Dopo qualche ora, l’ingresso della stalla era pieno di gente, che guardava il bambino. Newt non capiva che cosa c’era di speciale, in fondo era solamente un bambino!
Il giorno dopo Newt tornò dagli altri asini che, non si sa il perché, volevano stare con lui, lo trattavano bene, finalmente si sentiva considerato, finalmente aveva amici.
Anche se non continuava a capire perché tutti gli stavano attorno, lui era felice, e lo rimase per sempre.
Più avanti capì perché tutti stavano con lui: aveva contribuito a far nascere un’importante persona, Gesù

Anna 1°F ha detto...

LA PECORELLA CREDULONA
C'era una volta una pecorella che abitava tutta sola in un bosco. Una sera bussò alla porta un lupo; la pecorella gli apri e gli chiese:" Ma che cosa sei venuto a fare a casa mia? "E il lupo rispose con tono sicuro: "Sono venuto Per esaudire il tuo desiderio più grande, Ma sta attenta: non potrai cambiare idea! "La pecorella si fidò e disse:"Ok,ma in che occasione?" Il lupo rispose: "Oggi è Natale ed io ti voglio aiutare a realizzare il tuo sogno!" "Ok: mi hai convinta! Il mio desiderio è decorare per il Natale tutto il bosco!" La pecorella e il lupo presero le decorazioni e cominciarono a decorare il bosco. Ad un certo punto la pecora si accorse che si stavano allontanando dalla sua casa e che stavano uscendo dal bosco, così disse: " non stiamo sbagliando strada?" Il lupo rispose:" Al contrario: è qui che ti voglio lasciare! Sei solo una pecora credulona!" Così il lupo se ne andò lasciando sola la pecorella. Poco dopo si avvicinò una volpe e le chiese Come mai era sola e la pecora raccontò l'accaduto, così la volpe si offrì di aiutarla a decorare e la portò in una casetta, dove, come il lupo, la abbandonò. La era disperata e capì che era davvero una credulona e si fidava di tutti gli sconosciuti che incontrava. Ecco che le si avvicinò un canarino, che le disse: "È da un po' che ti osservo e sei troppo credulona, lascia che ti aiuti io!" La pecorella rifiutò. A dir la verità l'uccellino aveva buone intenzioni, ma la pecora preferì non correre il rischio, finalmente aveva imparato la lezione.

Anonimo ha detto...

Timmy e la letterina di natale

C’era una volta, nelle terre del Sole Cadente, un ragazzino che amava il Natale più di ogni altra cosa, il suo nome era Timmy.
Per lui addobbare la casa e scrivere la letterina a Babbo Natale era una gioia immensa, ma quest’anno vi era un motivo in più: per la prima volta nella storia del paese, vi sarebbe stata la premiazione per la “Miglior casa addobbata”.
Le persone del villaggio si misero all'opera, tutti volevano vincere il primo premio e anche Timmy era molto indaffarato nelle decorazioni, a volte saltava pure il pranzo, perché voleva a tutti i costi aggiudicarsi la vittoria.
Quando finì di abbellire la casa, s’ accorse che si era dimenticato di dare al postino la sua letterina, così corse all’ ufficio postale ma, era troppo tardi: il postino era già partito e quella era l’ultima consegna disponibile per il lontano Polo Nord.
Era disperato, come aveva potuto dimenticarsi di BABBO NATALE! Non sapeva cosa fare e si mise a piangere ma poi disse: non tutto è perduto, posso portarla io.
Allora si preparò uno zaino con tutto l’occorrente, salì in sella al suo drago domestico e partì per il gelido Polo Nord.
Arrivò la sera e Timmy si fermò in una piccola isola, un po’ più a sud del Polo Nord, per riposarsi. Quando si risvegliò il drago era scomparso e al suo posto c’era un biglietto che spiegava la ragione per cui era scappato: soffriva di un terribile allergia al freddo, che colpiva tutti i draghi negli anni bisestili e perciò era ritornato al calduccio della sua tana.
Questo non lo fermò e si rimise in marcia attraversando il mare ghiacciato ma, incontrò degli orsi polari che lo volevano mangiare. Lo avevano quasi raggiunto quando un elfo su una mongolfiera gli gettò una scala. Senza esitare cominciò a salire la scala di corda ed entrò nel cesto della mongolfiera. Non riuscì neanche a ringraziarlo che, da sotto il mare emerse una nave pirata fatta di ghiaccio.
L’elfo esclamò: “no, ancora loro”,
“Loro chi?” chiese incuriosito Timmy.
I pirati glaciali, rispose l’elfo
Quei pirati non erano affatto amichevoli e cominciarono a sparare alla mongolfiera. Per loro fortuna, non avevano una buona mira, riuscirono a seminarli e a raggiungere il Polo Nord.
Il ragazzino, contentissimo di aver portato a termine la sua missione, andò subito da Babbo Natale e gli consegnò la letterina.
Impressionato dalla storia dal suo viaggio, Babbo Natale si offrì di riportarlo a casa con la sua slitta.
Timmy accettò e il mattino seguente trovò sotto l’albero quello che aveva chiesto e fu così che trascorse il più bel Natale della sua vita.

Alessio Cordella 1^F

Anonimo ha detto...

Gabriele 1^F

L'albero del Natale.


C'era una volta, ma non troppo tempo fa', un bambino ed era molto triste perché nel mondo non c'era più il Natale: non si decoravano le case, gli alberi e i negozi erano vuoti perché nessuno comprava più regali per i parenti o amici.
Lui cercava di far capire alle persone l'importanza di questa festa.
Un giorno, girovagando per il suo paesino, il bambino ha trovato un'altra bambina che cercava di decorare un albero.
Il ragazzo gli chiese: ''Ma allora non sono l'unico?'': la bambina con tonto malinconico disse: ''A cercar di far ricomparire il Natale? Beh allora no'': si mise a guardarla, l'albero che stava decorando non era molto alto ma dava ad entrambi una sensazione nel cuore.
La pianta prese vita e disse che era l'albero del Natale e doveva essere decorato prima della notte del 24 dicembre, con le decorazioni magiche di Babbo Natale, in particolare parlava di una stella d'oro massiccio e diamante, disse poi che se non viene decorato, il Natale scomparirà per sempre.
Misero l'albero su un carro e andarono fino al Polo Nord, dove abitava Babbo Natale, la sua fabbrica era deserta.
Incontrarono solo un altro albero parlante e decorato, anche con la stella che cercavano tanto, egli gli disse: ''Vi siete fatti ingannare da quell'albero, ma sono io l'Albero del Natale'' I bambini ragionarono e pensarono che se era lui il prescelto, perché non c'era il Natale? Allora è stato lui a nascondere il vero Albero del Natale.
Gli tolsero le decorazioni e la stella, addobbarono quindi il vero albero.
Il Natale riapparve: nevicava, le case erano decorate con luci di tutti i colori, gli altri bambini facevano i pupazzi e le battaglie con le palle di neve, insomma il Natale era tornato e i tutti ricevettero i regali in tempo da Babbo Natale.

Anonimo ha detto...

Samuele 1^F

La domanda di una stella

C'era una volta una stella di nome Stellina che viveva con i suoi genitori.
Stellina era sempre allegra ma anche molto curiosa. Un giorno le venne in mente una domanda: "Quale è il senso della vita?".
Andò dai suoi genitori e glielo chiese; loro risposero di non saperlo, così Stellina andò in giro per lo spazio infinito e iniziò a chiederlo a tutte le stelle che trovava.
Andò a cercare la sua risposta sulla Terra e lo chiese ad un negoziante e le rispose che lo scopo della vita per lui era lavorare per dopo comprarsi da vivere. Poi chiese a un contadino e le disse che per lui era procurarsi da mangiare dagli animali allevati o dal raccolto; lo chiese anche a tante altre persone senza avere la sua risposta.
Ormai diventata notte Stellina decise di dormire dal negoziante.
Il giorno dopo guardando il suo taccuino vide che le risposte segnate erano tutte diverse una dall'altra.
Continuando a camminare senza fermarsi per trovare una risposta alla sua domanda, si imbattè in un gruppetto di luci piccolissime , lei le aggirò e continuò per la sua strada pensando fosse solo la sua immaginazione.
Poco dopo tutti la guardarono stupiti, ma lei non capì perché tutti la fissavano. Provò a girarsi e vide una scia di luce che man mano del passare del tempo scompariva.
Ad un certo punto non riuscì più a muoversi e quelle piccole luci la portarono sopra a una stalla dove partecipò alla nascita di un bambino chiamato Gesù.
Successivamente arrivarono tre Remagi che portarono dei doni: oro, incenso e mirra.
Da quel momento provò molta gioia e imparò che ogni stella e ogni umano, può decidere che senso ha la propria vita e come viverla.

Anonimo ha detto...

FRANCESCO – 1^F
LUCA E IL SUO DESIDERIO
C’era una volta,
un bambino di nome Luca, che non riusciva a fare amicizia con nessuno, perché era talmente povero che tutti lo evitavano. Luca passava le sue giornate a giocare nel piccolo bosco vicino a casa e immaginava che dietro ad ogni albero si nascondesse un bambino, per giocare a nascondino. Oppure tutti gli uccellini che cinguettavano erano le risate dei suoi amici.
Ma quando la mamma lo chiamava per rientrare la sua tristezza era sempre più evidente.
Quando le giornate erano piovose, Fabio, seduto vicino al camino acceso, fantasticava nell’immaginarsi seduto al centro della stanza circondato dalle coccole di un cagnolino, molte volte prendeva sonno e dormiva felice credendo di avere vicino il suo amico cagnolino.
Al suo risveglio la delusione era così forte che piangeva di nascosto per non farsi vedere dalla sua mamma.
Il Natale si stava avvicinando, con il cuore pieno di speranza, scrisse la letterina a Babbo Natale, in quelle poche righe chiese solo una cosa: avere un cagnolino.
Mancavano pochi giorni a Natale, Luca come al solito stava giocherellando nel bosco, quanto sentì un rumore diverso dal solito.
Si impaurì e si nascose dietro un cespuglio per capire cosa fosse.
Ad un certo punto disse: - chi sei? – ma nessuno rispose, ma il scricchiolio delle foglie secche si sentì ancora. – chi sei? Vieni fuori, io ho un grosso bastone, se non esci te lo lancio in testa – disse ancora.
All’improvviso vide un piccolo musetto di un cane, più spaventato di lui. Luca spalancò gli occhi e piano piano cercò di avvicinarsi, ma il cane invece indietreggiava. – non scappare, non ti faccio nulla, io sono un bravo bambino, non faccio male agli animali – il cane, sembrava quasi che capisse perché abbaiò piano e si fermò.
Luca lentamente si avvicinò, non fece nessuno movimento strano e aspettò che il cane si abituasse a lui. – ciao io mi chiamo Luca e tu? Da dove vieni? – il cagnolino si sedette, si guardarono per un po’, poi Luca decise di allungare la mano per accarezzare il cagnolino. Si fece coccolare ed entrambi continuarono a guardarsi. Si stava facendo buio e sapeva che doveva tornare a casa, ma non voleva lasciare il suo amico lì da solo nel bosco.
Decise di dare un nome al suo amico – da oggi, mio caro amico, ti chiamerai Sky, perché sei arrivato dal cielo per farmi compagnia –
Si alzò da terra e incominciò a chiamare Sky perché lo seguisse. Il cagnolino sembrava che lo conoscesse da sempre, perché lo seguì subito.
Arrivato a casa, corse subito a chiamare la mamma – mamma sono arrivato, vieni a vedere, è già arrivato Babbo Natale – la mamma appena vide che vicino a lui c’era un cagnolino, iniziò ad agitarsi, sapendo che non avrebbe potuto tenere il nuovo arrivato. – Luca dove l’hai trovato, è pericoloso tenere un cane che non sai da dove viene, può farti del male – Luca incominciò a preoccuparsi e disse: - mamma non è pericoloso mi vuole già bene, l’ho accarezzato e non mi fatto male, anzi era felice anche lui, mi ha leccato la mano, e gli ho già dato un nome, si chiama Sky, è arrivato dal cielo. Babbo Natale sa che sono sempre stato buono e che non gioco mai con nessuno, e quest’anno mi ha accontentato –
A queste parole la mamma, non ha più avuto il coraggio di dire a Luca che tenere un cane in casa avrebbe aumentato le difficoltà.
Era talmente felice che Luca condivise il suo pasto con Sky.
Da quel giorno Luca non si sentì più solo, Sky divenne il suo amico inseparabile.

Anonimo ha detto...

Giulia 1^F
LO GNOMO FORTUNA
C'era una volta in un bosco, circondato da Abeti, vicino al ruscello d'acqua, viveva un villaggio di soltanto gnomi, questo gruppo era molto importante per tutto il mondo perché c'era l'unico gnomo che credeva al Natale si chiamava Fortuna. Se questo gnomo moriva vuol dire che tutti i bambini non ci crederanno più e questa cosa sarebbe deludente, ma tutti gli altri gnomi che non credevano a Natale non volevano Fortuna, un giorno ad un certo punto davanti a Fortuna comparve il re cattivo del villaggio e gli disse:" Basta con queste sciocchezze ! Non esiste nessuno spirito del Natale : solidarietà, bontà, perdono bla bla ci chiariamo una volta per tutte " Fortuna gli rispose:" Ok Ci vediamo stasera", è stato tutta la giornata ad allenarsi a provare le sue magie. Era la sera della vigilia di Natale Fortuna si presenta e si portò con sè gli oggetti che gli aveva dato il suo amico John un elfo magico che lo aiutava e credeva anche lui nel Natale, un mantello dell'invisibilità, una spada magica che quando toccava qualcosa sparava Babbi Natale, un drago che sparava regali che gli serviva per superare l'avventura e far sentire il calore del Natale. Arrivò il re e incominciarono uno scontro natalizio. Fortuna gli disse:" Ok va bene, io sono attrezzato e tu? Il re gli rispose anche lui di sì. Subito lo gnomo si mise sopra il drago si mise addosso il mantello Invisibile e prese la spada, attaccò subito e disse al drago di buttare fuori dalla bocca i regali e al primo lancio non riuscì a colpire, alla seconda si e il re sentiva le stesse emozioni che sentiva quando apriamo un regalo dell'albero: gioia, amore e unione è un po' della sua cattiveria se ne andò, subito dopo Fortuna lo cercò di colpire con la spada, i Babbi Natale facevano sentire al re il sentimento della gentilezza, generosità e solidarietà. A questo ultimo attacco il re cadde sconfitto ma pieno di tutte le emozioni del Natale che prima non aveva. Lo gnomo voleva che tutti credessero nel Natale non solo il re è così assieme diffondono lo spirito del Natale in tutto il villaggio è in tutti gli gnomi. Gli gnomi da quel giorno erano tutti più felici e per ringraziare Fortuna lo incoronarono nuovo re e da quel giorno e per sempre il giorno di Natale era un giorno pieno di amore e gentilezza per tutti. Vissero così tutti felici e contenti.

mattia brutocao ha detto...

1^F Mattia Brutocao

UNA NOTTE CON BABBO NATALE

C’era una volta una bambina di nome Kate che non voleva saperne di credere in Babbo Natale.
Alla vigilia di Natale Kate decise di nascondersi per aspettare l’arrivo di Babbo Natale e vedere se era vero quello che diceva suo fratello Tommy.
A notte fonda Babbo Natale arrivò. Kate non ci poteva credere! Corse fuori in giardino, vide la slitta e decise di salirci. Voleva scoprire se era tutto reale. Era troppo curiosa.
Durante il volo Babbo Natale scoprì Kate e prese un colpo. Perse il controllo delle renne e precipitò a Chicago. I regali finirono tutti per terra e la slitta si ruppe. Kate non voleva spaventare Babbo Natale e si offrì di aiutarlo. Si sentiva molto in colpa.
“Cosa ci facevi nella mia slitta?” chiese Babbo Natale a Kate.
“Controllavo se il legno con cui era fatta era di un buon materiale!”
Babbo Natale rise e le disse che non le credeva.
Kate ammise che era lì perché non credeva all’esistenza di Babbo Natale.
“E ora ci credi?” le chiese Babbo Natale.
Kate annuì.
“Ti ho fatto combinare un bel guaio. In cambio ti aiuto a portare i regali al resto dei bambini!”
Babbo Natale accettò l’offerta di Kate. Sistemarono la slitta con l’aiuto degli elfi che si trovavano nella sacca dei regali e partirono.
Babbo Natale e Kate portarono tutti i regali al resto dei bambini e alla fine riuscirono anche a tornare a casa in tempo. Kate ringraziò Babbo Natale e gli promise che avrebbe sempre creduto in lui dopo quella notte. Babbo Natale le diede il suo regalo e la salutò.
Dopo quella notte Kate non smise mai di credere alla magia del Natale.

Anonimo ha detto...

1 F GIANLUCA

REGALO MAGICO

C’era una volta un ragazzo di nome Jean che viveva in una piccola casa di montagna in cui mancava poco a Natale. Stavano già facendo i preparativi quando a lui venne in mente che avrebbe voluto chiedere a Babbo Natale un giocattolo artigianale più precisamente quello che più desiderava era un trenino di legno che si era sognato. Prese un foglio e scrisse a Babbo Natale, lo imbustò e spedì la lettera lo stesso giorno.
Nel frattempo i giorni passavano e il Natale si avvicinava, Jean non vedeva l’ora che arrivasse quel giorno. L’attesa lo riempiva di gioia e felicità nonostante la sua misera vita solitaria e povera, non aveva un amico ne un fratello e i suoi genitori erano molto poveri, tanto poveri che non avevano neanche i soldi per comperare il pane.
Arrivó la vigilia di Natale e la passò con i suoi genitori giocando a carte e raccontandosi barzellette, scaldandosi con il fuoco del camino. Restò sveglio quella notte in attesa di Babbo Natale, voleva vederlo e soprattutto vedere cosa gli avrebbe portato. Babbo Natale arrivó più silenzioso di una volpe, posó il regalo e sentì la presenza del ragazzo che lo stava spiando! Lo chiamó per nome e gli disse di venire da lui, Jean ad occhi spalancati e bocca aperta ubbidì e Babbo Natale con voce gentile ma grossa comincio a raccontargli la storia del regalo che avrebbe ricevuto, non sarebbe stato un regalo come tutti gli altri ma un giocattolo magico, era appartenuto a molti altri ragazzi prima di lui e tutti da poveri come lui divennnero ricchi, famosi e felici. Jean abbraccio Babbo Natale ringraziandolo augurandogli Buon Natale poi tornó a dormire, l’indomani pensò che fosse stato un semplice sogno quando andó a vedere il regalo lo riconobbe e capì che non era un sogno era realmente accaduto, scartó il regalo e vi trovó proprio quello che lui aveva tanto desiderato! Il suo cuore si riempì prima di gioia poi anche di volontà e saggezza; lo strinse e ci giocó per tutto il giorno e anche i giorni successivi, lui non capì in che modo il suo splendido trenino potesse essere magico ma sapeva doveva crederci e credeva nella magia del Natale. Da quel giorno quando era il momento di lavorare un’energia lo pervadeva e aveva voglia di conoscere persone sempre più importanti, cominció andando a trovare il Sindaco ma con il tempo conobbe persone sempre più importanti fino ad arrivare al Presidente della Repubblica. Man mano che capiva il segreto del loro successo trovò anche lui un obbiettivo nella vita e si impegnò in lavori sempre più prestigiosi, divenne veramente ricco e famoso come gli aveva detto Babbo Natale e capì che la vera magia di quel giocattolo era fargli credere nella magia del Natale ma sopratutto credere in se stessi. Ormai era grande è da molto tempo non giocava più con il suo trenino ne non ne aveva più bisogno quindi quel Natale tornó a casa dei suoi genitori in montagna i suoi genitori non erano più poveri ma la casa conservava l’aspetto di un tempo. Impacchettó il trenino e lo mise sotto l’albero e la Vigilia di Natale festeggiarono riccamente con polli arrosto, patate al forno e tante altre leccornie, quella notte fece come quando era ragazzino e rimase sveglio fino all’arrivo di Babbo Natale, questa volta fu lui a dare il regalo a Babbo Natale gli restituì il trenino magico ringraziandolo e abbracciandolo, Babbo Natale lo guardó sorrise e gli disse che aveva fatto buon uso di quel regalo, Jean gli chiese a chi lo avrebbe dato quel regalo e Babbo Natale gli disse che lo avrebbe dato quella sera a un bambino italiano di nome Gianluca.. Jean sorrise e non si dimenticó mai di quel giocattolo e di quei momenti, tornò a letto augurandogli Buon Natale e l’indomani seppe che non era un sogno. La sua vita fu veramente felice e passò ai suoi figli la fiducia nel credere alla magia del Natale.

Aurora ha detto...

1F Aurora
Ice
C’era una volta a Nevelandia: la città dove nascono le decorazioni e i cibi natalizi per dopo andare dalle persone sulla terra. Ice un pupazzo di neve molto simpatico. Era basso, con il cappello nero e una striscia bianca con la sciarpa rossa e bianca, i suoi bottoni erano tutti neri, la carota che portava come naso era arancione e gialla la sua bocca era formata da sassolini anch'essi neri. Anche essendo gentilissimo non riusciva a trovare la sua scintilla. La scintilla era quello che li rendeva diversi dagli altri unici e speciali.
un giorno al bar ristorazione Ice prese quattro biscotti di pan di zenzero che doveva dare alla pupazzetta Cristal ma li rifiutò. Ice butto i biscotti nell’immondizia. I biscotti presero vita esci arrabbiarono con Ice e volerò renderlo un brutto pupazzo di neve e chiunque lo vedeva lo considerasse un mostro. Per scappare entro in una tromba ma lo scoprirono allora fece finta di essere un'altra persona che suonava il pianoforte. Così trovò la sua scintilla la musica classica.
E iniziò a suonare, i biscotti non restarono alla tentazione di quella musica troppo dolce e scompariranno per sempre.
Ice così andò sulla terra. E visse per sempre felice e contento

Anonimo ha detto...

1F Sofia
Kevin e gli alberi di Natale
C'era una volta in un villaggio in cui un ragazzino, di nome Kevin, salvò il Natale. Era un inverno molto freddo, più di tutti gli altri, e Kevin stava andando a fare la spesa per sua madre. Lui sapeva che avanzava sempre qualche spicciolo dalla spesa, per comprarsi qualcosa.
Quel Natale si accorse che sua madre non aveva comprato l'albero. Così decise di utilizzare i soldi avanzati dalle spese e, correndo con tutta la sua forza, andò a prendere l'albero, aveva paura che finissero. Quando arrivò non ne vide neanche uno, chiese a proprietario cosa era successo agli alberi e lui rispose che dei ladri li avevano rubati.
Kevin era preoccupato perché era tradizione comprarli e decorarli con tutta la famiglia, non solo per lui, ma anche per tutti gli abitanti del villaggio.
Il ragazzo doveva fare qualcosa, doveva ritrovare quegli alberi prima di Natale, o la magia di quel giorno non sarebbe più esistita.
Kevin era partito per l'avventura, che si rivelò più semplice del previsto, o almeno all'inizio. In poco tempo, infatti, Kevin sapeva dove i ladri li avevano nascosti, anche perché aveva seguito ogni impronta delle scarpe che erano uscite dal negozio. Alcune di queste portavano ad una fattoria abbandonata da anni.
Ora però doveva preparare le trappole: munizioni di palloncini riempiti di vernice di tutti i colori, tavolette piene di colla e la sua fionda magica, che, quando tirava un sasso, usciva una rete dalla quale nessuno riusciva a scappare.
Kevin preparò la fionda e si nascose dietro ad un mucchio di fieno, vide un uomo incappucciato e molti alberi. Il ragazzo provò a colpire l'uomo con i palloncini di vernice, ma peggiorò la situazione, perché l'uomo si accorse della sua presenza.
Kevin corse fino a una rete, ma non si poteva scavalcarla, così prese la fionda, puntò e colpì in pieno l'uomo, intrappolandolo. Ora però doveva chiamare la polizia senza che il ladro scappasse, non sapeva come fare.
Una strana sensazione lo pervase, d'un tratto, come per magia, tutti gli alberi rubati si misero attorno all'uomo, non lasciandogli la possibilità di scappare.
Kevin corse dalla polizia, che arrestò il ladro e restituì gli alberi al negoziante, il quale, a sua volta, ne regalò uno a Kevin per ringraziarlo.
Da quel giorno la storia di Kevin fu messa per iscritto nel negozio.
Tutti quell'anno ebbero un albero di Natale e vissero tutti felici e contenti.

Anonimo ha detto...

1F Sebastiano
LO STRANO RAGAZZO
C’era una volta un ragazzo che era diverso da tutti gli altri, perché nel suo paese tutti i ragazzini credevano a Babbo Natale, lui no. Un giorno gli venne un’idea per svelare ai ragazzini che Babbo Natale non esistesse. Il piano era che il giorno di Natale avrebbe mostrato un filmato che faceva vedere le mamme mentre mettevano i regali sotto all’albero. Era tutto pronto c’erano fotocamere in tutte le case, lui il giorno stesso disse a sua madre di non mettere i regali anche se lei continuava a dirgli che Babbo Natale esisteva; così la mattina di Natale trovò i regali e andò subito dalla mamma a dirle che non doveva metterli e lei gli disse: ”non sono stata io!” e lui ribattè: “ si sì come no... “. Ad un certo punto si ricordò del piano, così prese le fotocamere e iniziò a fare vedere i video in piazza attraverso un proiettore enorme. Lui non aveva controllato i video prima di proiettarli e così vide Babbo Natale che portava i regali sotto all’albero. Disse che non era possibile e che si amente una mamma si era travestita da Babbo Natale ma questa volta non aveva le prove e così si mise ad urlare:”fermi fermi questo video è falso, Babbo Natale non esiste!”, tutti i bambini si misero a piangere. Ad un certo punto pensò: “ma se l’ho fatto io quel video come fa ad essere falso?”, quindi andò a dire ai bambini che si era sbagliato e tutti i ragazzini lo perdonarono. Da quel Natale cominciò la tradizione di far vedere in piazza il video di Babbo Natale a mezzanotte esatta, così vissero tutti per sempre felici e contenti.

Anonimo ha detto...

1°F Emma

LA STORIA DI BABBO NATALE

Tanti, tanti anni fa, in un paesino di montagna, in una capanna nel bosco, vicino ad un fiumiciattolo viveva Natale, che ogni giorno coltivava il suo orticello e curava le renne.
Si vestiva sempre di rosso, era un vecchietto molto buono e gentile con una lunga barba bianca ed aiutava sempre tutti.
Un giorno voleva trovare il modo per dare agli altri qualcosa di più, la sera stessa fece un sogno, nel sogno gli apparve un angelo molto bello, con una voce dolce, gli spiegò che nel mondo c’erano tanti bambini poveri che potevano permettersi niente, anche loro però volevano dei giochi, ma non potevano averli, l’angelo era molto triste; Natale gli chiese cosa poteva fare per far sorridere i bambini. L’angelo gli rispose che doveva partire caricando sulla sua slitta trainata dalle renne un sacco pieno di regali da dare ai bambini la notte santa, quando nacque Gesù.
Natale domando: “Dove posso trovare i giocattoli per tutti i bambini del mondo? Come posso fare a consegnarli tutti in una sola notte?”. L’angelo gli disse che Gesù l’avrebbe aiutato a risolvere ogni problema. Fu così che Gesù nominò Natale papà di ogni bambino donandogli il nome di Babbo Natale!
Da quel giorno la notte santa Babbo Natale ogni anno da i regali a tutti i bambini del mondo.

Anonimo ha detto...

THOMAS 1F

Fiaba di Natale

C'era una volta un bambino di nome Antonio, molto povero e viveva in una casa molto vecchia lontano dal paese.
Antonio aveva anche una sorella di nome Laura che per andare a scuola doveva fare molti chilometri a piedi.
Stava per arrivare il Natale e i suoi genitori avevano pensato di fargli dei regali però non avevano soldi, quindi si misero a cercare un lavoro.
Dopo due giorni che cercavano avevano trovato un lavoro come custodi di una villa e andarono a lavorare li.
Dopo una settimana gli diedero il loro compenso di 3000 monete, contenti delle monete guadagnate andarono subito a prendere dei regali per i loro figli.
A Natale scartarono i regali , a Antonio gli regalarono una macchinina e a Laura le scarpe che desiderava.
Dopo due anni i genitori decisero di trasferirsi in una vecchia villa abbandonata ma tenuta bene.
Dopo alcune settimane con i soldi risparmiati riuscirono a sistemarla.
Finalmente erano diventati tanto ricchi che non gli serviva più andare a lavorare e vissero per sempre felici e contenti