lunedì 24 maggio 2021

INTITOLATA A CRISTINA PAVESI LA VILLA DEL BOSS DELLA MAFIA DEL BRENTA A 29 ANNI DALLA STRAGE DI CAPACI

MICHELA PAVESI, zia di CRISTINA, scopre l'intestazione della Casa delle Associazioni di Campolongo Maggiore a CRISTINA


MURALES "MAI PIU' MAFIA" con i volti di CRISTINA PAVESI (l'unica vittima di mafia del Veneto) e FRANCESCO SAVERIO PAVONE (il magistrato che ha combattuto la Mala del Brenta)

Allego l'articolo del Corriere del Veneto di Milvana Citter del 22 maggio 2021
                                                                                                                                              Prof. Vince

«Quando sono entrata in quella villa la prima volta ne sono rimasta colpita e ho pensato, ecco qui si progettavano rapine, rapimenti e assalti armati. Adesso quando ci entro so che, nel nome di Cristina, qui si progettano il bene e la legalità». Michela Pavesi è emozionata, sabato la villa confiscata a Felice Maniero a Campolongo Maggiore nel Veneziano, sarà intitolata alla nipote Cristina Pavesi, uccisa a 22 anni nell’assalto armato al portavalori delle Poste sul treno Venezia-Milano. Era il 13 dicembre 1990 e la giovane, che viveva a Conegliano (Treviso) con i genitori e il fratello e studiava alla facoltà di Lettere all’università Ca’ Foscari di Venezia,stava tornando da Padova dove aveva incontrare un professore per la tesi.

Il bene dal male

La villa che fu di «Faccia d’Angelo» che sarà intitolata a lei, ospita la Casa delle Associazioni: «Questa cosa mi consola molto – spiega la zia -. Sapere che dal male può nascere il bene, mi fa pensare che nella vita si può sempre provare a rimediare. A cambiare il destino delle cose. E sono sicura che Cristina, che era una giovane entusiasta della vita, ne sarà contenta». La morte della 22enne è stata un danno collaterale del progetto criminale della banda di Maniero. Cristina infatti viaggiava su un altro convoglio, che da Padova la stava riportando a casa. Un treno il cui passaggio i banditi non avevano messo in conto. L’agguato al portavalori è scattato a Barbariga di Vigonza, poco distante dalla città del Santo, perché in quel punto i convogli rallentano. Dopo aver sparato a raffica contro la polizia postale, i banditi hanno fatto saltare in aria il vagone portavalori ma nel momento in cui hanno innescato l’esplosivo al plastico è arrivato il treno con Cristina. L’esplosione è stata devastante e ha investito il vagone su cui viaggiava la giovane, morta sul colpo. Altre tredici persone sono rimaste gravemente ferite. La banda invece è fuggita col bottino, dandosi appuntamento nel solito bar per festeggiare. «Per noi da quel giorno la vita è cambiata per sempre – racconta la zia Michela -. Mio fratello Luigi, il papà di Cristina non ci aveva avvertite. A comunicarci che era successo qualcosa a mia nipote è stata una giornalista che ha telefonato a casa. Quando l’ho chiamato per sapere cosa era accaduto, mi ha detto che voleva che, almeno noi, passassimo un’ultima notte serena prima che il buio ci inghiottisse».

Il ricordo della giovane

Il dolore per la morte della figlia è stato fatale a Luigi, stroncato un anno dopo e sepolto il giorno dell’anniversario della morte di Cristina. Oggi a portare avanti il ricordo della giovane è la zia Michela: «Mia nipote e mio fratello, sono vittime di quella mafia la cui esistenza per tanti anni è stata negata in Veneto. Cristina non ha avuto giustizia, il suo omicidio non è neppure stato condannato alla banda condannata solo per la rapina a una pena irrisoria. Una sentenza allucinante». Per questo oggi Michela Pavesi incontra i giovani: «Racconto loro di Cristina per far capire che la legalità non è un optional, ma è libertà per tutti. È importante che non sia dimenticata perché era una giovane donna che progettava il suo futuro. Dopo la laurea in lettere voleva iscriversi al Dams a Bologna. Amava fare teatro. Studiare e divertirsi con gli amici. Era una ragazza del suo tempo i cui sogni sono stati spezzati da una banda di criminali. Con i giovani parlo di questo, per trasformare il male in bene». Nella villa che le sarà dedicata domani, troveranno spazio anche altre attività come spiega la zia: «Sarà allestita la biblioteca della legalità, un’altra cosa estremamente importante, nella quale ci saranno libri che parlano di Cristina e di tutte le altre vittime innocenti di mafia. Ci sarà il centro accoglienza per le donne in difficoltà e questa mi sembra una cosa straordinaria. Perché aiutare le donne è fondamentale soprattutto ai nostri giorni. Ci sarà anche la Summer School della legalità che abbiamo dovuto sospendere a causa del Covid e che speriamo di poter riprendere. Aperta non solo ai giovani ma anche agli adulti». Negli incontri che Michela Pavesi ha con i giovani, spesso, le viene chiesto cosa prova per Maniero: «Mi hanno chiesto se ho paura di lui – conclude -. Ho risposto che è lui che deve avere paura di me. Più passano gli anni e più lo vorrei incontrare perché io mi sento forte. Lui ha seminato odio e morte. Io ho tutti voi e grazie a Cristina seme di speranza, semino onestà, libertà e amore».


 

8 commenti:

Vittoria_Me 3^D ha detto...

Bellissima notizia!
Trova una bella idea quella di creare nella villa del Boss della Mafia del Brenta, dove si progettavano rapine, rapimenti e assalti armati, una biblioteca della legalità, un centro per le donne in difficoltà e una Summer School della legalità.
Come dice la zia di Cristina Pavesi, è bello sapere che anche dal male può nascere il bene.

prof.ssa Scalisi ha detto...

Come disse il giudice Falcone " Gli uomini muoiono, ma le idee restano".
Prof.ssa Scalisi

Item ha detto...

#antimafiago

Cecia 1^D ha detto...

Ottima notizia, grazie per questa informazione!!!

Lele 1D ha detto...

"La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine"💪
Giovanni Falcone

Ale 1^D ha detto...

La mafia è un mondo orrendo in cui tutti potrebbero trovarsi invischiati da un momento all'altro😞. Il difficile della mafia è che è complicata da sradicare totalmente. La prima cosa è educare i più giovani perché in molte città i ragazzi vengono educati a disprezzare i carabinieri e la polizia e questo gli viene insegnato dai genitori e quando questi ragazzi cresceranno potrebbero diventare dei boss. Educhiamo i giovani a disprezzare la mafia.#contromafia.

ame 1E ha detto...

Bella l'idea di dedicare l'ex villa di Maniero a Cristina Pavesi, per ricordare questa ragazza che stava andando a dare la sua tesi di laurea per diventare prof. di lettere.

Federico 1a ha detto...

Trovo ingiuste le attività delle mafie perchè loro non sanno quante vittime portano, la prof vincenzi ci ha spiegato quello cvhe è successi a lei e mi fa molta paura