Il 25 Aprile si ricorda l’anniversario della liberazione dell’Italia dalla dittatura fascista. Questa è potuta avvenire grazie alla collaborazione dei partigiani con le truppe angloamericane. In ogni città italiana è sempre stata celebrata quest’ importante data portando una corona di alloro al monumento dei caduti con l’intervento delle autorità de gli ex partigiani con una cerimonia solenne che vede la partecipazione di tutti.
Tuttavia le manifestazioni del 25 Aprile e del 4 Novembre hanno sempre dato luogo a contrasti tra correnti di pensiero politico diverso, e quest’ anno in modo particolare mi sembra che oltre alla consueta discussione, si sia passati a delle prese di posizione piuttosto forti. Mi riferisco ad esempio alla città di Salerno, nella quale questa celebrazione è stata cancellata per volere del comune, scatenando polemiche a non finire. Comunque anche dalle mie parti non sono stati da meno: basta sfogliare un quotidiano locale e ci si può accorgere che anche da noi ci sono stati dei contrasti. Ecco alcuni esempi. A Conegliano il concorso letterario sul tema della resistenza che coinvolgeva tutte le scuola è stato boicottato a causa della non adesione degli istituti. A Mogliano invece il comune ha accettato la richiesta dei partigiani di poter cantare “Bella Ciao”, canzone manifesto del movimento partigiano.
Ci sarebbero molti altri esempi.
Se non erro nel mio paese non si è svolta alcuna manifestazione, ma è stata posta soltanto la corona di alloro al monumento in piazza.
Lo stesso Presidente della Repubblica ha invitato gli Italiani a partecipare in modo sentito e unito a queste celebrazione per sentirsi compatti e solidali in un momento di crisi come questo, mettendo da parte ogni strumentalizzazione politica, perché è giusto ricordare chi si è sacrificato per un ideale di libertà, a qualunque parte esso appartenga.
Dal mio punto di vista penso sia giusto far ricordare alle nuove generazioni cosa è successo prima e dopo il 25 Aprile e soprattutto l’importanza che la liberazione che la liberazione ha avuto ed ha, documentandosi sui punti di vista di entrambe le parti, cercando di capire anche che le morti non sono state tutte di matrice politica.
E’ vero anche che alcuni sostengono sia meglio dimenticare nel timore di dare luogo a tensioni, odi o nuovi episodi di violenza, altri ancora ritengono addirittura che non servano a niente le celebrazioni per un fatto troppo lontano.
Io penso invece che non sia invano organizzare queste manifestazioni perché è giusto ricordare coloro che hanno liberato il nostro paese, e non trovo giusto negare quello che è stato per l’Italia un periodo oscuro e contraddittorio.
Matteo