venerdì 25 novembre 2016

#25novembre#bastaviolenza sulle donne







Il 25 novembre è stata istitutita la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Questa, colpisce un terzo delle donne nel mondo, come emerge dai dati dell’ultimo rapporto pubblicato dall’Oms (Organizzazione Mondiale Sanità), che riportano che il 35% delle donne, ovvero 1 su 3, subisce nel corso della vita qualche forma di violenza. La più comune è quella domestica: quasi un terzo (30%) delle donne che sono state in un rapporto di coppia ha subito qualche forma di violenza fisica e/o sessuale da marito o compagno. A livello globale, ben il 38% dei femminicidi sono commessi dal partner. Ma parliamo del nostro paese.
In italia ogni anno il femminicidio colpisce circa 150 donne all’anno. Dal 2016 sono già 30 le donne assassinate da un ex compagno, marito o partner.
Il fenomeno della violenza di genere è un’emergenza nazionale ma bisogna conoscere e capire dove affonda le proprie radici.
Da dove nascono allora quest’odio e questa ferocia nei confronti delle donne? Ne abbiamo parlato in classe, in occasione proprio di alcune offese, compiute da alcuni compagni “maschi” nei confronti di compagne “ femmine” chiamate più volte con appellativi discriminatori, appellativi che non solo questi alunni a scuola ma che centinaia di uomini utilizzano ai danni delle donne e da qui alla violenza, purtroppo il passo è breve. Infatti il fenomeno della violenza sulle donne è radicato e ben strutturato in Italia, ma da dove nasce?Alcuni studenti parlano di gesti estremi di alcuni folli ma questa è una lettura semplice.
Cerchiamo invece di andare a fondo e di capire che la violenza sulle donne è una questione culturale ed è alimentata da molteplici fattori culturali (usi, costumi, tradizioni, religione)  sociali e soprattutto dai media, dall’immagine stereotipata che ci viene fornita della donna, spesso attraverso video e pubblicità che ci restituiscono l’idea di una donna “oggetto” o della donna dedita alle faccende domestiche e ai figli e non certo al proprio lavoro e alla propria realizzazione personale. Se poi andiamo ad analizzare i dati sul lavoro di uomini e donne, tutto torna. Il nostro non sembra essere un paese per donne. Le donne che hanno un lavoro sono il 56% contro il 70% dei colleghi maschi, se confrontiamo gli stipendi di maschi e femmine a parità di profili, identiche mansioni, una donna percepisce almeno il 20% in meno rispetto all’uomo. Non parliamo delle discriminazioni che la donna subisce anche durante l’accesso all’attività lavorativa, tipico esempio sono le domande durante i colloqui di lavoro: “hai progetti di maternita?” domande che ad un collega maschio non vengono certo poste. Un mondo del lavoro fortemente discriminatorio, frasi e detti “sessisiti” minori diritti e minori opportunità di carriera ci fanno fa riflettere sul fatto che ci sia ancora molta strada da fare sulle pari opportunità .
Si crea così spesso nella mente dell’uomo, a causa di una società ancora  fortemente maschilista, il profilo di una donna debole sul mercato del lavoro, stereotipata e in condizione di sudditanza che molti uomini ritengono una personale proprietà di cui disporre non una persona da amare e rispettare.
Iniziamo allora da voi ragazzi, dal rispetto, iniziamo rivolgendoci alle donne con gentilezza.
Continuiamo con il rispetto per le loro scelte lavorative e di vita e chiediamo alle istituzioni di  equiparare gli stipendi di uomini e donne, rispettiamo le loro scelte sia che scelgano la famiglia e la maternità sia che non le scelgano, sia che scelgano di realizzarsi nel lavoro; diamo anche al padre il diritto di paternità e di accudimento dei figli e cura della casa, non sarà un uomo peggiore, quello che sceglie questa via, anzi migliore!Ma devono crearsi le condizioni economiche e culturali perché ciò possa realizzarsi.
Le radici della violenza sono una questione complessa ma solo parlandone e costruendo nuove prospettive riusciremo a portare alla nostra società un cambiamento reale.
Iniziamo dalla scuola allora.

Attendo altri interventi ragazzi e grazie per la vostra partecipazione!

Prof. Anto

4 commenti:

Roberta Bordi 3f ha detto...

no alla violenza sulle donne.guai a chi ci tocca!!

CATERINA 5D ha detto...

QUESTA ESPERIENZA è MOLTO EMOZIONANTE MI SONO DIVERTITA.

Andrea 5D ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Filippo 5D ha detto...

CHE BELLA ESPERIENZA !!!!!!!!